Per numerodix e i sostenitori del Fund for The Diffusion of Subjunctive in The World
>CLINTON: NO FLY ZONE SIA DECISIONE ONU
>L'eventuale imposizione di una 'no fly zonè in Libia dovrà essere il risultato di
>una decisione internazionale condivisa e non di uno sforzo esclusivamente americano:
>è quanto ha sostenuto il segretario di stato Usa, Hillary Clinton
>Per favore non badate al contenuto politico, mi interessa il titolo.
>È interessante anche perché non rispecchia la dichiarazione della Clinton
>(nella forma grammaticale, intendo) citata nell'articolo.
>Posso sbagliare, ma ho l'impressione che di fatti il titolo è più potente
>della frase "è importante che non sia un'operazione...".
I think it's worth saying that this sentence of yours is a well made one.
It flows smooth and plain. You have a minor mistake in "di fatti", which should
be "di fatto" (or "nei fatti"). A second mistake is, lupus in fabula, a
missing subjunctive in "ho l'impressione che di fatti il titolo è (<-sia) più potente..."
For Italian people, if you have an impression, you aren't sure, hence the
subjunctive is, say, mandatory.
You may want to remember that the subjunctive is needed by verbs espressing:
(a) una volizione (ordine, preghiera, permesso)
(b) un'aspettativa (desiderio, timore, sospetto)
(c) un'opinione o una persuasione, tra cui accettare, amare, aspettare,
assicurarsi, attendere, augurare, chiedere, credere, curarsi, desiderare,
disporre, domandare, dubitare.
Your sentence is of (c) type: "Ho l'impressione che" is as "la mia opinione/pensiero/
convinzione è che".
About the title emphasis and the smoother way similar concepts are reported in the
article body, you are right. It does sound strong. It's just the way in which prayers
and exhortations to the divinity are formulated. The force of it is in the use of
the subjunctive into a sentence using a little number of words.
Though a title has to indicate what is going to be detailed in the article body
using as little words as possible. Journalists know they will sell more copies if
some amount of worry/alarm emanates from their titles. These effects are often
obtained by eliminating all verbs, because all interpretations are possible for
titles formed exclusively by nouns: "WORLD WAR 3!" Then, in the body, "...according
to UN secretary-general, Mr. X. Y., WW3 will never happen":)
>Credo che lo si possa tradurre in vari modi simili:
>- That it be a decision by the UN.
>- It ought to be a decision by the UN.
"That it be a decision by the UN" is closer to the Italian expression than the
other ones, although the "that" at the beginnin of the sentence sounds a little
superfluous:
CLINTON: NO FLAY ZONE: THAT IT BE A DECISION BY UN, or
CLINTON: THAT NO FLAY ZONE BE A DECISION BY UN, or
CLINTON: NO FLY ZONE BE A UN DECISION, which is almost equal to
"THY KINGDOM CAME". However I'd expect you, on the English side, disagree
on my third formulation.
Un'altra nota sul congiuntivo esortativo/desiderativo
PRESENZA DI "CHE" NELLE PROPOSIZIONI PRINCIPALI CHE ESPRIMONO
DESIDERIO, ESORTAZIONE O SUPPOSIZIONE
Le seguenti due frasi contengono solo proposizioni principali. Le proposizioni
subordinate sono assenti (p.p. = proposizione principale).
(a) Che tu possa stare bene in salute! (p.p.)
(b) Sento suonare (p.p.) Che stia arrivando Maria? (p.p.)
La presenza della una congiunzione "che" all'inizio della frase suggerisce
l'ipotesi che si tratti di proposizioni subordinate rimaste in qualche modo prive
della principale. Poiché tuttavia la principale è implicita e quindi non visibile,
si attribuisce a queste preposizioni il ruolo di principale. In altre parole,
(a) verrebbe da:
(a') Spero (p.p.) che (conjunction) tu possa (subjunctive) stare
bene in salute (proposizione subordinata di tipo dichiarativo/esplicativo).
Se in (a') si omette la principale, resta la sola proposizione (a), la quale è
promossa quindi al rango di una principale introdotta dalla congiunzione "che".
Come visto in altro thread questa proposizione è un'esortazione. Essa continua
a usare il congiuntivo come quando c'era la principale, la quale, a sua volta,
usava il congiuntivo in forza del verbo "sperare".
Per fare a meno del "che" occorre spostare il "tu" dopo il verbo servile "potere":
"Possa tu stare bene in salute!" (like: May you be able to stay in good
health), ma questa forma suona molto enfatica.
(b') Sento suonare. Credi (p.p.) che (conjunction) stia (subjunctive)
arrivando Maria? (proposizione subordinata)
Anche qui il congiuntivo è richiesto dal verbo "credere". Tuttavia in questa frase
non si può eliminare il "che": "..(?)..Stia arrivando Maria?", infatti questa
non è una esortazione.
--
Exhortative subjunctive aside, my idea was to write something more about the
subjunctive mood in general. Then I found this article:
http://it.wikipedia.org/wiki/Congiuntivo#Uso_nelle_subordina te_ipotetiche
In my opinion it's a very well made work. Non ha niente da invidiare a certe
grammatiche raffazzonate (botched/careless/rushed) che si trovano sul web.
There you find a proper subdivision of subordinate propositions into several
types, as well as some examples for each type, and, at the bottom of the page,
a comparison between the use of subjunctive in Italian and the use of subjunctive
in English, French and German.
I couldn't add much more to it, but I can give examples to illustrate Wikipedia's
article.
Here's an example. I used subjunctive, conditional and infinitive moods only in
the following short writing of mine. You can't fin one indicative mood in it.
In my writing I hold that the progressive elimination of the subjunctive mood
from my language is nothing else but a manifestation of decay, boosted by the
permissive behaviour of some scholars.
A so extensive use of subjunctive imparts to the writing a overall intonation of
sarcasm, due to the fact that strong convinctions and clear beliefs are rendered
by tones of false uncertainty. The contents aren't necessarily to be intended as
my own real opinions.
"Che io, come sostenitore del congiuntivo, sia troppo intollerante, solo
persone prive di ogni buon senso potrebbero affermarlo. Se queste stesse persone
giudicassero complicato l'uso del condizionale eliminerebbero pure quello,
e poi magari toglierebbero di mezzo l'indicativo, e poi via via tutti gli altri
modi fino a quando nella nostra lingua non restasse altro che l'infinito.
Di più: chi potrebbe avere dubbi sul fatto che in realtà questi eruditi siano
spinti a sostenere le loro tesi perniciose non tanto dalla mancanza di buon
senso quanto da certi loro tornaconti personali?
Se fossimo in grado di leggere loro nel pensiero, rimarremmo senza parole
di fronte alla smisurata disponibilità a millantare come proprie certe convinzioni
insostenibili, affinchè non possa mai accadere che qualcuno creda
che essi siano insensibili o addirittura ostili ai desideri del popolo,
anche quando tali desideri non vengano suscitati da altro che non sia
che ignoranza mista a prigrizia.
Sebbene la difesa o oltranza della lingua quasi mai abbia prodotto grandi
risultati, quali di voi potrebbero ritenere corretto un atteggiamento esattamente
opposto? Chi potrebbe sentirsi prima autorizzato ad autopromuoversi a difensore
della lingua e successivamente ad attribuirsi il diritto di prendere anche solo in
considerazione l'idea che sia lecito spalancare le porte a tutte quelle
innovazioni sgrammaticate e rozze proposte da quelli ai quali, se non fosse
venuta la brillante idea di mettere il cervello all'ingrasso, difficilmente si
sarebbe potuto prospettare un modo d'impiego più produttivo?
Non sarebbe invece auspicabile che, di fronte a fenomeni di regressione e
imbarbarimento, i cosiddetti difensori della lingua si limitassero
semplicemente, quando proprio non si sentissero in grado di fare il
proprio mestiere, a tacere?"
---
Alea iacta est
---
Edited by 22atropos on 11 March 2011 at 7:52pm
2 persons have voted this message useful
|