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Romanzi e racconti che abbiamo amato

  Tags: Reading | Italian | Book
 Language Learning Forum : Italiano Post Reply
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Emme
Triglot
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 Message 1 of 15
22 November 2010 at 4:36pm | IP Logged 
Sembra che questo subforum faccia fatica a decollare. Comincio questo thread con la speranza che possa suscitare interesse anche in altri forumisti e che questa sezione del forum si animi e attiri così un po’ di attività in più.

-------------

Tutti quando studiamo una lingua straniera finiamo prima o poi col provare a leggere un romanzo scritto in tale lingua. Ciò può rappresentare sia un metodo di apprendimento (leggiamo un libro nella lingua X per migliorare le nostre conoscenze della lingua X), sia un obiettivo da raggiungere (essere in grado di leggere – e godersi – un romanzo nella lingua X significa che abbiamo raggiunto un buon livello in tale lingua).

Immagino che tutti sappiano di cosa sto parlando.

Se l’esperienza è comune, meno comune è la scelta del libro che si decide di affrontare. A volte si sceglie un testo perché lo si è già letto nella propria lingua madre; altre volte perché se ne è sentito parlare e ne siamo stati incuriositi; altre si finisce per leggere un libro semplicemente perché l’assortimento di libri stranieri a nostra disposizione non è poi così ampia e dobbiamo accontentarci di quello che troviamo.

In questo thread mi piacerebbe se venissero proposti dei consigli di lettura (sia romanzi che racconti Italiani) nati dalle esperienze dei forumisti. La differenza rispetto agli altri thread come Italiano: Letteratura o il Book Club (che non è mai veramente partito) è che in questo thread si è invitati non solo a postare qualunque commento uno si senta di fare su quanto letto, ma anche ad aggiungere un doppio giudizio: da una parte si assegnano delle stelle per indicare quanto ci è piaciuta la lettura del libro in questione e dall’altra si esprime il grado di difficoltà linguistica del testo (magari specificando, nel caso in cui il libro ci sia sembrato difficile, qual è l’aspetto che ha creato più problemi: l’uso di una lingua troppo letteraria, l’uso di termini arcaici, l’uso di parole dialettali, altro?)

Se abbastanza persone contribuiranno e se i titoli proposti saranno sufficientemente numerosi, questo thread potrebbe diventare un’utile fonte d’ispirazione per coloro che desiderano leggere qualcosa ma non sanno cosa. Il doppio giudizio infatti potrebbe meglio aiutare ad indirizzare verso una lettura adatta o perché piacevole o perché di livello appropriato. E naturalmente più opinioni ci saranno su uno stesso lavoro, più accurata sarà l’opinione che ci si potrà fare su di esso leggendo questo thread.

Tutti sono invitati a partecipare, anche i madrelingua.

Quanto ai giudizi, possiamo servirci dello stesso criterio usato anche in altri siti dedicati alla lettura come, ad esempio, goodreads, per cui le stelle vengono assegnate per questi livelli di gradimento:

Quanto ti è piaciuto il libro? / How did you like the book?
* non mi è piaciuto / I didn’t like it
** era così e così / it was ok
*** mi è piaciuto / I liked it
**** mi è piaciuto molto / I really liked it
***** è stato fantastico / it was fantastic


Per quanto riguarda la difficoltà dell’italiano, questi potrebbero essere i livelli:

L’italiano era: / The language was:
Facile / Easy
Medio / Average
Difficile / Difficult [letteraria / literary; arcaica / archaic; dialettale / dialect]


Spero vorrete contribuire in molti con i vostri consigli di lettura!

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Emme
Triglot
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 Message 2 of 15
22 November 2010 at 4:38pm | IP Logged 
Il primo libro che vorrei citare è Sostiene Pereira di Tabucchi.

Giusto la settimana scorsa ne parlavano nel programma radiofonico Open Book della BBC Radio 4 (il programma è ancora accessibile se qualcuno vuole ascoltarlo) ed è proprio ascoltando il programma che mi sono ricordata di quanto mi è piaciuto leggere questo romanzo.

Si tratta di un romanzo storico piuttosto breve (io l’ho letto in un pomeriggio), e la lingua è relativamente semplice. Narra la storia di un giornalista, Pereira appunto, che nel Portogallo degli anni Trenta dirige la pagina culturale di un quotidiano. Pereira è un uomo mite e tranquillo, che sembra fare di tutto per non vedere quanto accade intorno a lui durante la dittatura di Salazar. Ma pagina dopo pagina, il lettore si accorge di come Pereira, sempre un po’ riluttante, viene coinvolto via via di più nelle vicende politiche del paese: si tratta, si può dire, del risveglio di una coscienza politica a lungo sopita. Non racconto il finale per non rovinarvelo, ma vi garantisco che l’ho trovato assolutamente coinvolgente ed appassionante fino all’ultima riga.

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, 1994, pp. 207. ***** / Facile


Edited by Emme on 22 November 2010 at 4:43pm

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staf250
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 Message 3 of 15
23 November 2010 at 10:54am | IP Logged 
Paolo Giordano, La Solitudine dei Numeri Primi, 2008, pp.304. *****/Medio

Mi è piaciuto la ricchezza del vocabolario, l'originalità dell'argomento, lo stile fresco e sorprendente.

Edited by staf250 on 26 November 2010 at 2:57pm

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numerodix
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 Message 4 of 15
23 November 2010 at 1:10pm | IP Logged 
Bene. Quello che vorrei suggerire:

Ignazio Silone, Fontamara, 1988, pp. 207. ****/Medio

Ci racconta la vita dei contadini di un paese da qualche parte nell'Abruzzo durante i
primi scoppi del fascismo (prima della seconda guerra mondiale, si capisce). Anche se
la vita ha un aspetto piuttosto triste per questa gente, non è veramente un racconto
triste di per sé. C'è una buona dose di umorismo e ironia. Sopratutto fa vedere al
lettore come la gente in un pease nelle montagne ha potuto vivere nei tempi prima
dell'arrivo della televisione, dei mass media, quando l'informazione era una cosa
preziosa. Questi cittadini sono continuamente alle prese con i problemi creati loro da
parte dei proprietari delle terre che li circondano. Sanno poco della politica, delle
leggi, subiscono violenze dai manipolatori e dalle autorità.
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Emme
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 Message 5 of 15
24 November 2010 at 10:33pm | IP Logged 
@staf250
Anch’io ho adorato La solitudine dei numeri primi: è uno dei romanzi Italiani che mi sono piaciuti di più. Ho trovato la storia originale e, per essere stata scritta da un romanziere alle prime armi, priva dei soliti cliché.

Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi, 2008, pp. 304. ***** / Medio


@numerodix
Sono felice che Fontamara ti sia piaciuto. Personalmente io l’ho trovato noioso e, a dire la verità, non me lo ricordo neanche molto. L’ho letto quando ero una ragazzina, ma soprattutto l'ho letto controvoglia: faceva parte dei compiti per le vacanze. Lo rileggessi adesso, magari potrei scoprire che non è poi così male. Quasi quasi mi hai fatto venire voglia di riprenderlo in mano!

Ignazio Silone, Fontamara, 1933, pp. 270. * / Medio

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numerodix
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 Message 6 of 15
24 November 2010 at 11:00pm | IP Logged 
@Emme
Me l'aspettavo. Visto che per me l'italiano è una lingua nuova tutti questi libri che
sicuramente entranto nei compiti dei ragazzi di scuola non hanno per me questo stigma di
essere stati letti per forza. Così talvolta si può anche guadagnare essendo quello che
arriva tardi, no? :)
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Emme
Triglot
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 Message 7 of 15
25 November 2010 at 9:37pm | IP Logged 
@numerodix
Hai proprio ragione! E poi io trovo che leggere romanzi in una lingua che non è la tua ti da un piacere maggiore: primo, perché hai anche la soddisfazione di riuscire a leggere in una lingua straniera; secondo, perché molte espressioni che magari suonano già trite e ritrite ad un madrelingua per uno straniero non hanno ancora perso la loro carica poetica; infine, perché di solito uno legge per passione e scelta personale, non certo come a scuola.

Hai letto altro che ti è piaciuto?

----------

Un altro romanzo che mi è piaciuto molto è Il nome della rosa di Umberto Eco. Credo che questo lo conosciate quasi tutti, se non altro perché ne hanno tratto anche un film con Sean Connery. Si tratta di un caso pressoché unico nel panorama letterario Italiano, perché ha saputo conquistare sia i lettori colti che quelli meno preparati. Infatti, può essere letto su più piani diversi: chi è interessato unicamente al giallo può concentrarsi solo sul mistero da risolvere, mentre chi vuole di più dalla lettura, può apprezzarne le caratteristiche di romanzo postmoderno.

Il libro, ambientato nel XIV secolo, narra di una serie di morti misteriose in un monastero benedettino nell’Italia settentrionale e di Guglielmo da Baskerville, un frate francescano che indaga sull’accaduto assieme al suo giovane protetto, il novizio Adso (che è anche la voce narrante della storia).

Come ci si può aspettare in un romanzo che offre più livelli di lettura, anche la lingua usata offre livelli di difficoltà diversi. La parte ‘thriller’ è scritta in un Italiano piuttosto standard, quindi non particolarmente difficile, ma è intervallata da brani scritti in latino (e vi garantisco che anche molti Italiani hanno letto il ‘thriller’ saltando a piè pari tutte le parti in latino: funziona lo stesso!). Inoltre in alcuni passaggi, specie nella parlata dell’ex-eretico Salvatore (nel thread di questo forum intitolato Strange tag: Penitenziagite potete leggere la trascrizione di uno di questi passaggi e la discussione che ha suscitato) Eco si è divertito ad inventare una lingua che è un miscuglio di elementi arcaici di vari dialetti neo-latini. Un Italiano madrelingua riesce a capire abbastanza agevolmente questa lingua, ma onestamente non so quanto possa essere difficile per chi sta ancora studiando l’italiano.

Se a qualcuno interessa, segnalo che sul sito di RAI Radio 2 è anche possibile ascoltare il radio-dramma in 35 puntate del 2005.

Umberto Eco, Il nome della rosa, 1980, pp. 514. ***** / Difficile [latino + brani in lingua arcaica inventata con caratteristiche di varie parlate neo-latine]


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numerodix
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 Message 8 of 15
26 November 2010 at 12:53am | IP Logged 
@Emme
Sono assolutamente d'accordo, sopratutto sul fatto di leggere qualcosa che non mi è
stata imposta da altri. Questo tipo di lettura ha un sapore completamente diverso. Per
lo più mi sforzo di leggere qualunque cosa in Italiano se la traduzione esiste proprio
perché lo stesso libro mi sembra una qualcosina più interessante a questo modo.

Il nome della rosa, tempo fa, mi ha lasciato stupefatto. Mai visto un tale uso del
linguaggio. Cioè, lo leggevo in inglese, non l'ho ancora riletto in Italiano, è una
cosa da fare presto.

Dei libro non ho ancora letto uno di questa classe. Ma perché non menzionare
qualcun'altro lo stesso.

Marcello D'Orta, Io speriamo che me la cavo, 1994, pp. 154. ***/Difficile

Altro che lettura di scuola, questi sono proprio compiti dei ragazzi, raccolti dal
maestro in un libro. Stai afrontando il modo di parlare da ragazzi, per lo più con gli
errori che fanno. A un madrelingua non farà impressione, ma a noi che apprendiamo
la lingua come adulti sarà più difficile da leggere di un articolo sul giornale o un
romanzo. I temi sono maggiormente divertenti, ma anche dicono un bel po' del modo di
pensare di questi ragazzi e delle loro circostanze.

Edited by numerodix on 26 November 2010 at 12:55am



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